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Mostre collettive 2009

luglio 2009

Torre medioevale di Vitorchiano (VT). Laudato sie, a cura di Massimo Giovannelli. Catalogo.

Ogni artista è stato invitato a produrre un'opera su di un versetto del Cantico, Eliana Frontini ha scelto Laudato sie, mi signore, cun tucte le tue creature.

luglio 2009

Museo Archeologico Palazzo d'Avalos,  Vasto (CH). Terra. Proposte 2009. XLII Premio Vasto d'Arte contemporanea.

A cura di Daniela Madonna. Catalogo.

È stata esposta una serie degli angeli cuciti con filo da sutura.

settembre 2009

Palazzo Marcotulli, Rieti. La stanza delle fiabe, a cura di Barbara Pavan.

Catalogo. Patrocinio della Regione Lazio.

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  • Eliana_Frontini_02

È stata presentata l'installazione modulare Sei ancora capace di perderti?

Il progetto: "Ci sono, a mio avviso, tre modi, tre livelli per leggere una fiaba. Il primo, il più semplice, è quello in cui il lettore coglie la vicenda e la semplice morale nemmeno troppo nascosta nel racconto. A questo livello, in arte, corrisponde la semplice illustrazione, che deve essere bella e figurativa, capace di stabilire in fretta un ponte mentale con l'osservatore. Il secondo livello è quello studiato da Karl Popper o da Bruno Bettelheim, in cui si cerca un'interpretazione della fiaba, quasi a cercare strumenti per destreggiarsi nella vita. È il livello che trasmette un messaggio, che pretende di avere un significato per conscio, subconscio ed inconscio. In arte, abbiamo tavole di mostrificazione, interpretazione, rappresentazione. Il terzo livello è il più concettuale, ed il più libero. Io ho scelto di occuparmi della sensazione più irriconoscibile e sottile che dà la fiaba ad una prima lettura, estrapolarne alcune parole, toglierle dal loro contesto, e ricamarle con perline su vecchia tela di lenzuola di corredi nuziali, poi di cancellare con la biro nera le illustrazioni tanto care alle nostra infanzia, o di sfocare quelle parole, quasi a renderle materico e tangibile il tempo passato, infine, di fissare nuove illustrazioni, irriconoscibili nella forma estetica, con il lucido da scarpe sulla carta. Non il tempo che è trascorso dalla lettura della nostra ultima fiaba è ciò che mi preme rendere visibile, bensì il tutto quel mondo nostro interiore che si stupiva, che aspettava di leggere o di ascoltare la fiaba che conosceva già quasi a memoria. È quel momento. Quello di quell'attesa. Un passo ancora ulteriore, sarà rendere quella parola nuda, toglierla da ogni contesto e da ogni ambiente e da ogni riferimento. Come? Per ora soltanto immagino, un teatro buio, voci di attori che emergono dalle tenebre, che leggono, leggono la fiaba in cui ogni spettatore potrà ritrovare la sua memoria".

Sono state esposte fotografie, alcune completate con biro nera, cornici smaltate, tessuto, perline di varie fogge e dimensioni.