Gli altri (2005)
La mia arte si può definire un’arte sociale in quanto la presenza degli altri e il loro contatto e collaborazione mi è indispensabile sia in fase di progettazione che per quanto riguarda l’esistenza, la sussistenza delle opere stesse.
Mi è completamente estranea l’attività dell’artista che, solo nel suo studio, produce tavole e tele e sculture e poi impone una mostra che può essere soltanto guardata e non attivamente partecipata. Solo nel confronto continuo con gli altri io trovo me stessa. Racconto i miei progetti che stanno nascendo e considero le reazioni delle altre persone e i loro suggerimenti.
L’incontro diventa vita, le parole diventano carne e respiro. La mia arte si pone come domanda, non come certezza. E’ un’arte che vuole suscitare interrogativi, e che dal dubbio e dal confronto trae il suo nutrimento e la sua ragione di vita. Ed è di fatto un’arte viva, in quanto l’oggetto prodotto viene sempre modificato dallo spettatore / fruitore, che diventa agente, artista a sua volta.