La memoria (2006)
"Un pittore può ritrarre una persona, anche nei minimi particolari, ma metterà sempre qualcosa di suo. La fotografia no. Ed io, mettendo la fotografia, che è memoria, insieme allo specchio, che non è memoria, infatti la sua caratteristica è riflettere esclusivamente il presente, ho creato una mia oggettività. Ed è su questa oggettività che è stata poi creata l'arte povera". Michelangelo Pistoletto
Poliedrica, multiforme, cangiante nel tempo e nel medesimo istante, secondo il diverso punto di vista dal quale viene di volta in volta esaminata, la memoria sembra continuamente sfuggire a qualsiasi interpretazione costante e immutabile, dividendosi in più chiavi di lettura, moltiplicando gli infiniti significati, tra gli innumerevoli valori soggettivi, diversificati, unici e irripetibili, come i momenti che cerca di preservare dall'imperante nulla, sovrana incontrastata del tempo. Tentarne, dunque, una definizione esauriente è un'operazione ardua e pressoché impossibile essendo illimitate e composite le ragioni che essa via via ricopre ed incanala.
La memoria è fragile e vulnerabile, essendo anch'essa, pur se garante del tempo passato, sottoposta al suo passaggio e al suo arbitrio. E' selettiva e frammentaria, camaleontica e sfuggente. Ove svariate sinestesie si sommano e sovrappongono, parole frantumate bisbigliano, immagini assopite di soprassalto riemergono e si traducono in spettri. Silenzio e frastuoni tra sottotoni, sfumature impercettibili del pensiero e scorci che ritornano. E' un filtro, un bagaglio, una risorsa.
Questa prolifica e infinitesima molteplicità della memoria si riflette pienamente nel differente modo in cui diversi artisti, a partire dagli anni '60 circa, hanno rappresentato e pensato ad essa, ciascuno riproducendo appieno uno dei tanti volti con cui essa ricorda, ci fa ricordare. Ognuno di essi, difatti, in modo personale ed originale e con differenti mezzi, si rifà ad un singolare aspetto di questo mosaico dialettico che la memoria giornalmente conserva e preserva, in base alla propria esperienza e al proprio sentire.
In tutti questi casi, comunque, sia che si rifletta sulla memoria storica o della storia dell'arte, sulla memoria di sé o di un luogo, sulla memoria come fatto mentale o come evocazione intima e personale, il passato è sempre recuperato e rivissuto in vista del presente, in rapporto all'attuale e al possibile, in modo da assicurare e migliorare l'attesa del nostro domani. Nella frenesia del vivere quotidiano, nella rapidità del consumo veloce, la memoria, sia che si tratti di una memoria proustiana o di una memoria storica, di una memoria culturale o del tempo irreversibile, ci invita, dunque, per mezzo della visibilità dell'arte, alla riflessione, all'anamnesis, ad una pausa, una ricerca nel proprio mondo interiore, nella storia di cui facciamo parte, nei luoghi che percorriamo, nella storia dell'arte e della cultura, nella mitologia e nel tempo che passa.
(Dall'introduzione della mia tesi Il tema della memoria nel contemporaneo, biennio di specializzazione in scultura, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, marzo 2007).