mailfrontini    fbfrontini

Progetto didattico 2012

ottobre - novembre2012

Liceo Scientifico Pascal, Romentino (NO)

Affamati di energia.

Le classi terze del nostro liceo partecipano al Progetto Affamati di energia, che interessa prettamente le materie scientifiche. Anche alla mia disciplina, disegno e storia dell'arte, è stata assegnata una parte del progetto, questo è la narrazione del lavoro realizzato.

Il concetto da cui sono partita per lavorare con i ragazzi è stato generato da questa riflessione: se l'energia genera luce, questa, per forza di cose, genera anche il suo contrario, l'ombra.

Ho quindi chiesto ai ragazzi di raccogliere, durante la passeggiata effettuata nel Parco del Ticino, gli oggetti che più attirassero la loro attenzione. Oggetti a caso, trovati.

  • Eliana_Frontini_01

La poetica dell'oggetto trovato (objet trovèe) affonda le sue radici nella possente poetica Dada.

L'objet trovèe è un oggetto recuperato da un artista ed esposto senza o con minime alterazioni come opera d'arte (o come elemento di un'opera d'arte). Può essere un oggetto naturale, come un sasso, una conchiglia o un ramo dalla forma bizzarra, oppure un oggetto costruito dall'uomo, per esempio di ceramica o di metallo. Il significato di questo procedimento è che l'artista riconosce in questo oggetto ritrovato una valenza estetica, e lo espone all'occhio altrui come farebbe con un'opera d'arte. Questa pratica cominciò con i Dadaisti (specialmente Marcel Duchamp) e fu particolarmente coltivata dai Surrealisti.
Il Dadaismo o Dada è una tendenza culturale nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della Prima guerra mondiale, e sviluppatasi tra il 1916 ed il 1920. Il movimento ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica. I Dada concentravano la loro politica anti bellica attraverso un rifiuto degli standard artistici con opere culturali che erano contro l'arte stessa. Il dadaismo ha inoltre messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca: dall'estetica cinematografica o artistica, fino alle ideologie politiche; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.
In particolare, George Heard Hamilton (Painting and Sculpture in Europe: 1880-1940, 1967) scrive che i devoti dell'objet trouvé credevano che tali pezzi "venendo sottratti dalla loro funzione e dal loro ambiente abituali potessero aprire nuove finestre sui mari della psiche".

Per riconoscere l'ombra come oggetto artistico e vera e propria icona occorre conoscere, almeno per sommi capi, la sua storia.

 

Veniamo al lavoro condotto per Affamati di energia.

La genesi di ogni opera è una performance, semplice o complessa, con o senza pubblico.

L'installazione è l'icona che permanentemente rimane dopo la performance.

Installazione è una modalità contemporanea di fare arte: per installazione si intende un genere di arte visiva sviluppatosi nella sua forma attuale a partire dagli anni settanta. L'installazione è un'opera d'arte in genere tridimensionale; comprende media, oggetti e forme espressive di qualsiasi tipo installati in un determinato ambiente. È imparentata a forme di arte come la scultura e la Land Art.
Una delle caratteristiche principali per definire un'opera d'arte installativa è il fatto che essa abbia come soggetto principale il fruitore. Tutto deve essere costruito per modificare o comunque sollecitare la percezione dello spettatore che diviene parte integrante del lavoro: senza il fruitore, l'opera d'arte installativa non esiste. Altrettanto essenziale è fattore dell'ambiente nel quale l'opera è integrata, anche si possono concepire delle installazioni smontabili per rendere possibile la sistemazione in una sede non precisata.
Esiste una differenza tra l'installazione come opera e l'installazione dell'opera, dove la prima espressione indica la tecnica dell'installazione per la produzione di un'opera d'arte nuova, mentre la seconda ci parla solo di come un'opera (pittura, scultura o video) sia sistemata nello spazio.
Ripetiamo, l'installazione è l'icona che permanentemente rimane dopo la performance, in questo caso traccia della pittura impalpabile generata dall'ombra, che cessa di esistere non appena viene spenta la fonte luminosa.

Esemplificando: la performance, nel nostro caso, è la passeggiata che i ragazzi hanno effettuato nel parco del Ticino, raccogliendo gli oggetti che più attiravano la loro attenzione.

In seguito, in classe, gli oggetti sono stati installati, appendendoli con un filo al soffitto (3a B) o in un armadietto, anch'esso presente per caso in aula (3a A).

  • Eliana_Frontini_01
  • Eliana_Frontini_02

Subito dopo, gli oggetti sono stati illuminati, e la loro ombra è stata catturata dalla macchina fotografica.
Ed ecco il risultato:

  • Eliana_Frontini_01
  • Eliana_Frontini_02
  • Eliana_Frontini_03
  • Eliana_Frontini_04
  • Eliana_Frontini_05
  • Eliana_Frontini_06
  • Eliana_Frontini_07
  • Eliana_Frontini_08

Ho voluto considerare l'ombra come una specie di doppio trasportabile degli oggetti. Quasi suggerendo che non sono gli oggetti a generare le ombre, ma, al contrario, sono le ombre, macchie prive di un corpo, a concretizzarsi nel mondo dell'esistente sotto forma dei vari oggetti.

Fare dell'ombra una cosa, mettersela in tasca, tirarla fuori quando meglio si crede. Questo può essere teatro. L'ombra non rende il particolare, ma l'insieme dell'oggetto. E' la rassomiglianza allo stato originale.
Secondo la teoria delle ombre, l'ombra portata non è nera, ma aggiunge nero al colore originale. Mi piace la giocosità che alla fine sta alla base di questa operazione, senza eccessive sublimazioni tonali o complicazioni concettuali che appartengono ad altri settori della creazione artistica.