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Mostre collettive 2014

Marzo 2014

Cortile del Broletto, Novara
Vincere il drago, cura di Vittorio Tonon.

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"Il sonno della ragione genera mostri" - metafora con cui Goya ha raffigurato i bassi istinti e il potere prevaricatore, ma ancora oggi attualissima nella sofferta e delicata questione femminile, per rappresentare la sottocultura becera e l'istinto maschilista che hanno generato il Drago.

L'opera da me presentata fa parte del mio progetto Knitting ...: la Knitting Art (dall'inglese lavorare a maglia, ma anche saldarsi, unire) è una nuova forma di Land Art che consiste nel rivestire, nell'investire, nel ricoprire con pezzi di maglia coloratissimi lavorati ai ferri o con l'uncinetto, arredi urbani.
La Knitting art è nata negli Stati uniti nel 2004, con il fine di decorare i quartieri cementificati e anonimi: la deteriorabilità delle creazioni è controbilanciata dalla facilità di rimozione delle stesse, al contrario dei più discussi graffiti.
Si tratta, in fondo, di una forma collettiva e anonima di riappropriazione e riqualificazione degli scenari urbani da parte di cittadini un po' più creativi degli altri. Quando la città è sentita come res pubblica, gli abitanti decidono di autogestire e auto-ridefinire l'ambiente in cui abitano, scegliendo, inoltre, di utilizzare in modo fantasioso e costruttivo il proprio tempo libero. Così, dissuasori metallici, pali e parapetti grigi, segnali stradali, tronchi di alberi e rami, panchine e cancelli, monumenti, sono rivestiti, letteralmente, da lane colorate sferruzzate ad hoc. Filati irresistibili, floreali, a strisce e quadrotti... il denominatore comune è uno solo: tanto, tanto colore. Ornati con decorazioni surreali, gli arredi urbani colpiscono e rallegrano i passanti.

Io ho scelto di sposare la causa della knitting art, rendendola, se possibile, ancora più new pop inserendo piccoli specchietti tra gli strati di filato. Il fine di questa aggiunta è duplice: gli specchietti (ricordiamo che la knitting art si applica solo in esterno) riflettono i raggi del sole, sorprendendo lo spettatore con veri e propri lampi di luce (blitz), in secondo luogo, quando il passante, incuriosito, decide di voler capire osservando da vicino il lavoro, si specchia a sorpresa negli specchietti, e diviene, per un attimo, lui stesso parte dell'opera d'arte.

Ha scritto Emiliana Mongiat a proposito del mio lavoro: "... elementi attraverso i quali la donna diventa simbolo della rigenerazione e della vita. E questo nonostante tutto, nonostante i lacci sociali e religiosi, che in alcune parti del mondo impongono alla donna di nascondersi, di cancellarsi, di restare prigioniera delle consuetudini come ricorda Eliana Frontini con le sue sbarre colorate. Le donne riusciranno a sconfiggere il drago, ma il confronto sociale con l'altra metà del cielo per camminare in tutto il mondo a fianco a fianco con pari dignità è ancora in corso".

Marzo 2014

Studio Artistico De Arte, Novara.

Le donne nell'arte, cura di Luigi Sergi.

Ho presentato una foto del ciclo Che quest'estate non sia dolore (2007)

Marzo 2014

Palazzo Medici Riccardi, Firenze

End in nation. VII edizione. Mostra itinerante a cura di Lorella Giudici. Catalogo.

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Per la nuova tappa della collettiva itinerante ho preparato l'installazione In Nuntio Dei: gli angeli cuciti, nelle loro cornici d'argento, si sono riflessi in tanti specchi, dilatando lo spazio a disposizione come in una sorta di labirintico teatro.

"L'artista propone, dal 2008, gli angeli cuciti, frutto di una profonda catarsi, della ricerca di una sorta di trait d'union tra la realtà terrena ed il cielo. Questi divini messaggeri, bloccati da tenaci cuciture sulla tela, paiono quasi leggiadre farfalle catturate da un ambizioso entomologo, o ex voto abbandonati nel santuario dell'oblio. Silenziosi ed immobili, hanno perso la capacità di svolgere i loro compiti fondamentali: annunciare la salvezza, confortare, custodire, lodare. Nulla hanno dell'empatia degli angeli di Wim Wenders; sono, piuttosto, relitti delle speranze sovrannaturali alle quali l'uomo contemporaneo si affida con sempre maggiore difficoltà. Sulla bilancia l'artista pone il senso di disorientamento dei mortali e la crisi d'identità della spiritualità rivelata; nel mezzo si trova il filo, che tenta di rinsaldare la fiducia in un legame di protezione esclusivo". (Daniela Madonna)