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Articoli / Critica dell'arte

6. Alfredo Bonanni

Affonda le sue radici nella pittura materica l'arte di Bonanni, ed in ogni lavoro emerge, prepotente, la lezione di Burri, negli smalti, nelle resine, nei cretti. La maggior parte dei suoi quadri accoglie come fulcro espressivo l'intreccio dinamico, che si stempera attraverso vibranti e rapidi segni, bruscamente proiettati verso l'esterno, conducendo l'immaginazione lungo un ipotetico viaggio che parte dal'irruenza espressiva fino alla quiete del segno. Le tele di Bonanni conservano al meglio la tavolozza che fu di Burri e di tanti artisti della sua scuola, non immemori della tradizione Informale e dunque attenti alle voci ed ai modi più autentici ed innovatori dell'arte italiana contemporanea.

Il risultato è un felice distacco dalla piccola retorica provinciale che costituisce spesso il limite dell'arte dei nostri giorni, per portare il discorso su un'estetica intelligente e di rigore quasi astratto. Bonanni non rifiuta il passato delle Neoavanguardie, ma lo ingloba in un'unica ricerca pittorica originale: l'artista non si estranea dal panorama a lui contemporaneo, non si isola, ma decide di creare soluzioni pittoriche personali allineandosi sulle scelte innovative dei protagonisti dell'Informale. L'operazione artistica di Bonanni si traduce in una raffinata tecnica grafica, tutto ciò che risulta dalla selezione mentale viene portato in rilievo e composto in movimenti precisi sempre più gestuali. Sente il bisogno di infondere e scorporare la realtà, enfatizzando alcune parti dell'opera per creare differenti linee di forza senza per questo rompere un assetto spaziale spesso centrico, sempre razionale. Le coordinate restano quelle della geometria, ed anche la dilatazione dello spazio, in una sottile dialettica tra definito ed indefinito. Ma il colore attinge a qualità inedite, per l'intensa, solare saturazione luminosa: si anima nel colore tutta la composizione pittorica, che arriva a sedimentarsi, quasi brano di memoria o momento emotivo, nelle stesura progressiva. Da un lato colpisce l'elemento materico, derivante da una spontaneità creativa, dall'altro il rigore compositivo attentamente ricercato.

Il mondo di Bonanni è tutto fatto di luce e di colore, di nervi scoperti che si accendono nell'attimo. I timbri cromatici sono esatti: ogni vibrazione ha un valore preciso, provato per sicuro istinto, e la luce non viene da fuori, ma è dentro la pittura.

 

Per la presentazione della personale dell'artista, Opere 1998/2008, Studio 7, Rieti

 

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7. Daniela Caroli

Daniela Caroli, giovane pittrice novarese diplomatasi all'Accademia do Belle Arti "Brera" di Milano, è un'artista serena, di carattere aperto, gioioso, e, così come è noto che un artista esprime se stesso mediante le sue opere, così la sua pittura emana un senso di serenità, attraverso l'armonia dei colori e la struttura compositiva, del tutto personale. La Caroli sta compiendo all'inverso il cammino segnico e culturale tipico di molti artisti che si volgono, quasi naturalmente, dal figurativo all'astratto: lei invece ha cominciato ad esprimersi con composizioni molto materiche, alle quali ben si adatta la vera definizione di natura morta, che dal tedesco suona come natura silenziosa, per poi attraversare un breve periodo in cui la matericità del segno è prevalsa sulla forma, dando vita ad opere astratte, terre e continenti visti da luoghi lontanissimi. La Caroli ha però poi abbandonato la matericità data dall'impasto dell'acrilico con le sabbie per tornare al suo segno iniziale, morbido e liscio, ed ai suoi soggetti preferiti, quelle nature viventi (boschi, fiumi), che ospitano quasi stupite, drappi, frutti, oggetti del quotidiano. La pittura della giovane artista è dunque caratterizzara da un amore per il reale, dove però la voce del sentimento riesce a farsi strada, dando luogo ad un rapporto di intima comunione con la natura, grazie alla ricerca cromatica, iniziata in Accademia, e poi condotta sia in solitudine, sia confrontandosi continuamente con altri artisti novaresi.

 

Presentazione per la bipersonale con Mario Castellani, Natura... colori..., Saletta Albertina, Novara, 1997