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Articoli / Critica dell'arte

4. Giugi Bassani

Alla mente ritornano, guardando il lavoro di Giugi Bassani, le false porte, che dai Fenici in poi ritroviamo in tutta l'arte antica. Passaggi verso un mondo in cui, purtroppo, nessun uomo è certo dell'esistenza. Erano drammatiche le false porte del passato, la tragedia si chiudeva su di un muro attraverso il quale il corpo mortale non poteva passare. Lì si dava l'addio ai propri cari, che, oramai liberi dalla materia, potevano attraversare l'estremo limite. Ma Giugi invece ci regala la speranza: i suoi angeli sono posti di guardia sulle sue porte, presenza finalmente tangibili, che ci assicurano che mai, nemmeno per un attimo, saremo lasciati soli nel dolore.

 

Presentazione per La casa degli angeli, Maccagno (VA), 2008

 

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5. Arianna Bonamore

Provvista di una non comune perizia tecnica per il disegno e la decorazione che utilizza con assoluta libertà inventiva, la Bonamore non si sottrae al fascino dei grandi disegnatori espressionisti del '900, e trasfigura la realtà per mezzo di un uso del segno e del colore in una visione aperta alle problematiche peculiari della società contemporanea. Ed ecco che tramite un disegno emerge la l'accusa, esattamente come faceva George Grosz nei suoi lavori dove denunciava l'immensa tragedia del dopoguerra tedesco. Così la matita corrosiva della nostra artista, senza ironia e con stile duro e spigoloso, svela impietosamente l'ipocrisia e la violenza che sempre più spesso subiscono le donne nel nostro tempo. Quella della Bonamore è una pittura intensa, che trasforma la notazione carica di trasporti emotivi in comunicazione con l'osservatore, e sposta la realtà nella dimensione del sogno, in cui emergono immagini nelle loro più scoperta evidenza, testimoniando il valore che ed essi attribuisce la nostra psiche e rivelando quanto profondamente possano essere radicati nel nostro inconscio. Ne emerge un mondo fantastico, caratterizzato da contrasti tra ombre e luci e l'uso di una tavolozza minimale, che concorre a creare nel lavoro un'atmosfera mitologica, senza tempo. Si tratta di un mezzo espressivo scelto appositamente per aiutare l'osservatore ad esplorare il limite sino a cui può spingersi con il pensiero e la fantasia, immaginando inedite commistioni tra mondo naturale e dimensione cosmica.


Recensione per la mostra Isolina e le altre... edizione di Roma, presso Galleria Montoro, 2009

 

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