Lorella Giudici
Nelle opere di Eliana Frontini (E' adesso), ancora si incontrano i segni, ma questa volta sono segmenti tessuti con ago e filo, sono ingrandimenti di DNA e gangli nervosi, sono cellule attraversate da diramazioni sanguigne, innervamenti incandescenti in un mondo tutto bianco e grigio.
Le opere di Eliana sono delicate, silenziose, sono preghiere sussurrate, o meglio, cucite su lunghi e candidi teleri e lasciate sventolare come bandiere fuori da un monastero. Non a caso l'ultimo drappo raffigura lo zen, ricamato bianco su bianco, come dire l'assoluto, il silenzio della rivelazione, la luce della conoscenza. Non più tormento, angoscia e rabbia, ma attesa, concentrazione e desiderio di pace. Un appagamento che si trova solo alla radice dell'uomo, dentro le sinapsi di un sistema che cerca di rendersi immune, di fortificare i propri tracciati, troppo sottili e labili, con una trama di vividi punti rossi e forti. Perché, come dice Chagall, "tutto il nostro mondo interiore è realtà, esso è forse più reale del mondo visibile. Se si definisce fantasia o favola tutto ciò che appare illogico, si dimostra soltanto di non aver capito la natura".
Lorella Giudici, 2009